Ultimi focolai bellici: la Pace dov’è?
Autore:Pietro Rea
Data: 28/08/2025

“La Terza Guerra Mondiale è già in atto: una Terza Guerra Mondiale a pezzi”.
Così il defunto Papa Francesco definì l’ultima guerra mondiale, che a suo avviso non è un evento dell’imminente futuro o lontano, ma è un elemento già presente.
Purtroppo alcune recenti notizie continuano a confermare questa osservazione particolarmente acuta:
L’8 Maggio di quest’anno, mentre acclamavamo l’arrivo del nuovo papa, nel momento stesso in cui il neoeletto Leone XIV disse: “La Pace sia con voi” dall’altra parte del mondo l’India lanciava degli attacchi militari mirati sul confine pakistano, riaccendendo un focolaio secolare tra due potenze nucleari.
Infatti sin dal 1948 (quando ambedue gli stati sono praticamente nati ndr) sia India che Pakistan si contendono il dominio di alcune regioni “cuscinetto”.
È da notare il fatto che solo nel 2003 si è raggiunta una tregua effettiva, in cui i governi delle singole regioni scelsero sotto quale stato aggregarsi, tra queste la regione del Kashmir che, seppur di maggioranza mussulmana, decise di mettersi sotto l’ala indiana.
Proprio per questa maggioranza mussulmana ci furono da parte del governo indiano alcune restrizioni per garantire la stabilità e la sicurezza della regione, cosa che, paradossalmente, indusse alcuni gruppi di radicali islamici a compiere attentati di vario tipo nel corso di questi 20 anni.
Uno da ricordare è quello del 2019, anche se, fortunatamente, non ha portato a una escalation.
Il governo indiano ritiene che il Pakistan protegga e supporti questi gruppi militari, e non a caso: il Pakistan è il cuore pulsante di molte organizzazioni jihadiste, tra cui ad esempio Al Queida che ha dato il via al fatidico 11 Settembre.
Per questa ragione l’India risponde direttamente al Pakistan, qualora dovesse avvenire un attentato, e questa volta sembra accendersi un ulteriore focolaio bellico, nonostante molti studiosi la ritengano improbabile per la presenza di armi atomiche in ambedue i paesi.
La cosa che più mi preoccupa è che non è il solo avvenimento recente che riguarda un nuovo fronte bellico: il Burkina Fasu sta in questo momento lottando contro i ribelli autoctoni che hanno preso il controllo di una caserma militare del paese.
È da notare il fatto che per elencare tutti i fronti esistenti ci vorrebbe praticamente una enciclopedia: tra conflitti interni ed esterni forse solo in Europa, Nord America e in Oceania si può parlare di una certa “tranquillità militare”.
Tranquillità militare che forse esiste solo in Australia, visto che con il governo Trump ci stiamo, per una ragione o per l’altra, riarmando.
Il fine di questo articolo non è tanto quello di raccontare le ragioni che stanno dietro ai vari fronti bellici (ripeto, servirebbe una enciclopedia), ho deciso di parlare in maniera più approfondita o di accennare ad alcuni avvenimenti recenti per tenere aggiornato il lettore con cui ora sto dialogando (e se scrivesse un commento sarei ben felice di continuare), ma il punto focale non è quello.
In questi giorni, più che mai negli ultimi anni, abbiamo una crisi a livello di vocabolario: che cosa significa “pace”?
“Pace è non fare la guerra” “Pace è non usare le armi”, più andiamo avanti nel corso degli avvenimenti contemporanei più ci rendiamo conto che ci stiamo strafacendo di frasi fatte sulla pace, di motti e di manifestazioni.
Ma che cosa significa pace?
La pace è l’assenza di guerre? Allora è infattibile, non c’è stato un giorno nella Storia in cui non ci fosse in qualche punto del mondo un conflitto.
La pace è volersi bene? Allora anche questo è infattibile, sapendo che non riusciamo a volerci bene, talvolta, rimanendo tra amici.
La pace vuol dire essere senza problemi e in tranquillità? Mi sembra più che evidente che allora la pace non ci può essere.
Ma in un mondo che grida a gran voce la Pace, in che cosa possiamo trovarla?