SURFIN' USA
Autore:Matteo Guidi
Data: 28/08/2025

Per chi ha imparato a conoscere in questi anni la politica interna, e non di Giorgia Meloni, la visita negli Stati Uniti della scorsa settimana non sarà stata di certo una sorpresa. La presidente del consiglio ha mostrato la sua capacità di farsi portavoce al tempo stesso dei suoi propositi e di quelli dell’intera Unione Europea (con le dovute precisazioni). Meloni come risaputo è al centro di un elastico che la vede sia rappresentante delle istanze di una destra storica, la destra della fiamma tricolore che da sempre rivendica l’autarchia e l’emersione dell’Italia come grande nazione , sia portavoce di un’Unione che vuole essere partecipe all’interno dello scacchiere globale e non tagliata fuori come si sta profilando o addirittura vittima di dazi come accaduto recentemente. Perciò Giorgia Meloni in America ha dato “un colpo al cerchio e uno alla botte”, riscuotendo anche un certo successo di appeal nei confronti del divisivo presidente repubblicano Donald J. Trump, che l’ha definita in un post sul suo social Truth come: “Prime Minister Georgia Meloni of Italy was great yesterday in her visit to the White House. She loves her country, and the impression she left on everyone was FANTASTIC!!!” (trad. La prima ministra italiana Giorgia Meloni ieri è stata grandiosa nella sua visita alla Casa Bianca. Lei ama il suo paese, e ha lasciato una fantastica impressione a tutti!!!). Anche il Washington Post, autorevole giornale d’oltreoceano ha scritto che la Meloni è “il miglior emissario dell’UE alla corte del presidente Trump”. Si potrebbe fare una riflessione sul perché sia indubbio che Giorgia Meloni sia molto rispettata oltre i confini italiani e invece al loro interno il consenso per la leader di FDI sia molto più ridotti e i suoi collaboratori siano oggetto di ripetuti scandali e polemiche, però questo articolo non sarà la sede per discuterne. Ci si vorrà soffermare invece sul futuro di Meloni come ambasciatrice degli interessi nazionali e non nelle sedi istituzionali di tutto il mondo. E’ evidente che Meloni sia un profilo che al momento incarna fiducia e professionalità agli occhi dei leader mondiali e questo potrebbe essere di grande aiuto per Von der Leyen e altri per portare progetti e rettifiche a coloro che si prevedono come partner strategici per l’Europa. Se infatti figure come Macron o Starmer sono viste come intransigenti nel loro voler creare un’Europa forte e che chiuda i contatti con l’America, Meloni porta su di sé un’idea di grande occidente che non esclude nessuno al suo interno. Il passaggio da MAGA a MWGA (Make West Great Again) è presto detto e questa possibilità fa gola a non pochi stati europei. In conclusione si vorrebbe far notare però che non è tutto oro quello che luccica. Ritornando all’incipit dell’articolo, chi conosce Meloni sa anche bene quanto lei conosca l’arte politica e le sue armi. Chi non ha una memoria molto corta sa che Meloni era stata grande amica di una versione opposta degli USA, quella di Joe Biden. Il nostro lettore non si meraviglierà quindi se si formula che Meloni non sia grande amica degli ideali di Trump e del suo stato ma che sia una grande prova della politica della leader per portare “in cascina” i suoi obbiettivi. In futuro si vedrà quale altra onda cavalcherà la presidente del consiglio dopo quella statunitense, forse anche una diametralmente opposta.