Logo

Intelligere

Meloni al confronto con la storia

Autore:Matteo Guidi

Data: 30/10/2025

Meloni al confronto con la storia
Oggi, giovedì 30 ottobre 2025, è il 1104º giorno da presidente del consiglio dei ministri di Giorgia Meloni. Il che vuol dire che siamo immersi nel terzo governo più lungo della storia repubblicana dello stato italiano (4º se si parte dall’unità del 1861), fatto sorprendente per più di un motivo.

Innanzitutto sorprende che i governi italiani siano di una così breve durata, essendo rimasti a capo di un esecutivo per al massimo 3 anni o poco più. Si potrebbe correlare questo dato allarmante al principio che ne consegue naturalmente: come può un governo di media-breve durata ambire ad una riforma strutturale e consolidatrice del paese? Infatti è noto a tutti che, nel pieno stile dello statista italiano, qualsiasi movimento politico atto ad un cambiamento viene smontato pezzo per pezzo dalla forza di maggioranza dell’esecutivo successivo, rendendo vano tutto ciò che si era mosso per il cambiamento stesso. 

In questo ragionamento però ci potrebbe essere una variabile che porterebbe questo governo Meloni (I) ad essere un unicum nella storia. Difatti, mai si era vista, nel bene e nel male a seconda delle opinioni, una forza di governo così inscalfibile e destinata alla lunga permanenza negli scranni del parlamento. 

Complice un’opposizione molto fragile e frammentaria, che approfitta di ogni campagna elettorale, regionale o comunale, di ogni argomento scottante per dividersi in schieramenti e favorendo così il governo stesso. Nei pochi casi in cui le forze di minoranza siano di comune accordo, trovano però il modo per sterilizzare il dibattito con Giorgia Meloni portandolo in un attacco generico alla sua persona e alla sua ala parlamentare, tralasciando totalmente gli argomenti intrinsechi del dibattito sui quali si potrebbe tessere un fruttuoso dialogo politico. 

Davanti a questo quadro della nostra politica contemporanea, non risulta inesplicabile la non crescita delle percentuali di gradimento del Partito Democratico, il crollo del Movimento 5 Stelle, la permanenza a pochi voti di Azione e ItaliaViva. E’ il risultato della loro strategia politica evidenziata sopra. 

Mettendo insieme tutti gli elementi che abbiamo elencato ci si ritrova davanti ad un cambio netto di messa a fuoco sul tema della durata dei governi italiani e di quello di Giorgia Meloni. 

A meno di clamorosi attacchi fratricidi della coalizione di governo tra Antonio Tajani e Matteo Salvini, si vede con difficoltà la prospettiva di una crisi di governo dovuta a fattori estrinseci. L’orizzonte di vita di questo governo sembra perciò sprovvisto di alcuna linea di demarcazione a fare da omega, avendo come alfa il 22 ottobre 2022 (data di vittoria delle elezioni amministrative ndr.), se non quella della naturale chiamata degli elettori al voto come fine della legislatura.

Insomma, il governo si avvia verso un record storico per il nostro paese e che permetterebbe alla destra italiana di consolidare il programma di riforme e progetti come il caldissimo Ponte sullo Stretto o il Premierato. Bisognerà però dare tempo al tempo, consapevoli che nulla è certo e che potrebbero esserci dei fattori del futuro prossimo che potrebbero essere decisivi.

Commenti