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La bellezza sta nelle piccole cose

Autore:Federico Scotti

Data: 13 novembre 2025

La bellezza sta nelle piccole cose
Mentre scrivevo l’ultimo articolo, sono stato pervaso da una considerazione: spesso affronto questioni d’attualità globali o ampie riflessioni scaturenti da notizie di particolare interesse accumunate dall’avere un impatto su larga scala, una prevedibile ritorsione negativa sulla società. Spunti che muovono quella che nei fatti è una critica personale a un certo modo di agire, con l’intenzione primaria di generare una riflessione in chi legge e anche cercando di fornire una mia “soluzione” alternativa in una direzione di maggiore positività.
Tuttavia, nel concreto, rimangono sempre dei fatti negativi in cui cerco la luce in fondo al tunnel

Invece, notizie che sono già di per sé luce e speranza in mezzo a questo mondo buio e caotico esistono. Hanno la sfortuna (ma è l’esatto opposto di un’onta) di essere o realtà circoscritte nello spazio e quindi poco conosciute o movimenti silenti, dietro le quinte, che non desiderano apparire. Sono una miriade di situazioni concrete della vita quotidiana, che giorno dopo giorno diffondono piccole azioni di bene. Sono una moltitudine di persone, spesso volontari, che giorno dopo giorno aiutano i prossimi che vedono attorno a sé, coloro che hanno effettivamente la possibilità di raggiungere e sostenere. Non hanno la capacità di cambiare il mondo, influenzare globalmente gli eventi, ma riescono a incidere nell’esistenza di quei singoli che, al pari queste realtà e di questi volontari, è dimenticato.
Tanti piccoli gesti che insieme cambiano la vita degli altri intorno a loro.
Senza cercare lontano, penso alla mia esperienza: a quei racconti che ho sentito, quelle attività che so esistere, quelle persone che conosco. 

Ogni anno, nei primi giorni di novembre si tiene in moltissimi supermercati la Colletta alimentare, un’iniziativa promossa da Banco Alimentare per la raccolta di alimenti e beni di prima necessità da destinare alle famiglie più bisognose. 
Quest’anno avrà luogo il prossimo sabato, il 15 novembre
Come si legge sul sito ufficiale dell’iniziativa, l’anno scorso sono aumentati «a oltre 12.000 i supermercati coinvolti in tutta Italia, e a più di 155.000 volontari. Più di 5 milioni di donatori hanno contribuito, ciascuno con quello che poteva, a questa grande festa di solidarietà e condivisione, permettendo di raccogliere 7.900 tonnellate di cibo da destinare alle persone in difficoltà». Una simile iniziativa, in mesi di complicazioni economiche come quelli che stiamo vivendo, è una grande fonte di speranza e aiuto.
Ma, gli aiuti economici e alimentari continuano anche durante tutto l’anno grazie ad altre realtà, spesso cittadine. Pensando al mio quartiere, opera la San Vincenzo, che grazie alle donazioni che riceve dà sostegno costante a molte famiglie della zona.

Rimanendo nel sociale, la realtà del carcere è un grande problema, che si cerca sempre di oscurare. All’interno del mondo carcerario, misterioso (ne ha scritto Pietro Rea in un articolo di quest’estate, (R)estate in cella) e annichilente – ma comunque necessario, seppur auspicabile in una diversa forma –, sono diverse le iniziative volte ad aiutare le persone lì rinchiuse. Non solo per rendere meno opprimente gli anni in cella, ma soprattutto per creare la possibilità di una vita sana e felice in quel mondo nostro che all’interno di quelle quattro tetre pareti di cemento appare come un miraggio.
Molto nota è la comunità Kayròs di don Claudio Burgio, cappellano dell’istituti minorile Cesare Beccaria di Milano, in cui accoglie ragazzi condannati e li segue in un percorso di reinserimento e perdono (a volte di loro stessi). Spesso, è invitato per raccontare la propria esperienza e porta con sé alcuni dei suoi ragazzi. A una di queste testimonianze ho avuto modo di partecipare, qualche anno fa, quando il prete del mio oratorio lo aveva invitato per una cena. 
Affascinante a riguardo è Ero un bullo. La vera storia di Daniel Zaccaro, un libro che racconta l’esperienza di un giovane finito in carcere dove ha conosciuto don Burgio e del rapporto che poi è germogliato.
Nella città di Monza, di recedente, ha riscosso un grande successo lo spettacolo “Senza parole” andato in scena al teatro Manzoni. La compagnia è guidata da Mauro Sironi, un volontario nelle carceri che, non senza molte difficoltà, ha messo insieme un gruppo di carcerati con la passione del teatro. Lo spettacolo era una successione di atti in cui gli attori si esprimevano soltanto attraverso i gesti ed erano in certi momenti accompagnati da una voce fuori campo. Durante una testimonianza Mauro Sironi ha raccontato qual è stata l’emozione più grande e più bella di questi uomini e donne: essere guardati con dignità e considerati persone.

Ci sono anche notizie belle che provengono dai piani alti della politica: l’annuncio un mese fa della tregua a Gaza che, per quanto traballante e minacciata, è pur sempre un ben accolto segno di speranza. Ma sono più rari.
Senza smettere di indagare temi di rilevanza nazionale o globale, che comunque sono quelli più decisivi per tutti, con l’articolo di oggi do avvio a una serie di pubblicazioni con l’intento di raccontare anche di questi piccoli ma potenti segni di umanità.

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